“ADESSO VI FACCIO VEDERE COME MUORE UN ITALIANO”
No, non è la frase di un ottocentesco soldato austriaco, tantomeno di un nemico sul fronte italiano, ma la frase di un dignitoso panettiere siciliano, di una vita di sforzi e sacrifici, di chi con dignità, alzato presto al mattino, portava a casa la pagnotta, ma solo dopo averla venduta.
Stiamo parlando di Fabrizio Quattrocchi, nato a Catania il 9 maggio 1968 da un’umile famiglia del posto, trasferitosi con questa a Genova in età adolescenziale. Una famiglia che lui sempre aiuterà, stimerà, lavorando nella piccola panetteria ligure fino al 2000, nonostante pregresse esperienze in divisa nel titolo di Caporal Maggiore, 1986, e Caporale Istruttore del 23° battaglione di fanteria di stanza a Como, 1987.
Nel 2003, dopo aver lavorato alcuni anni per la società investigativa e di sicurezza IBSA, prese nuovo incarico presso la Presidium International Corporation come guardia di sicurezza in Iraq. Di questa esperienza disse che scortava gli impiegati di una multinazionale americana impegnata nella ricostruzione dell’apparato burocratico iracheno.
Nell’Aprile del 2004, un’associazione terroristica denominata Falangi verdi di Maometto lo rapì insieme a Umberto Cupertino, Maurizio Agliana e Salvatore Stefi, suoi collaboratori. Venne subito chiesto al governo italiano di ritirare le truppe dall’Iraq, ma il governo si rifiutò. Nonostante il mancato accordo, dopo 58 giorni di prigionia i tre colleghi furono liberati, ma Fabrizio no. Il motivo per cui lui non fu graziato è ancora ignoto. Dei suoi ultimi istanti di vita fu consegnato un filmato che ritraeva Fabrizio Quattrocchi inginocchiato, con le mani legate, incappucciato. Diceva con voce ferma: “Posso toglierla?”, riferito alla kefiah. Qualcuno rispondeva “no”, ma tentava ugualmente di togliersi la benda e pronunciava: “Adesso vi faccio vedere come muore un italiano”. Pochi secondi, un forte sparo e una vita interrotta a soli 36 anni.
Simbolo di eroismo per la sua ostentazione di fierezza nazionale, nel 2006 il Presidente della repubblica Carlo Azeglio Ciampi conferì a Fabrizio Quattrocchi il titolo e la medaglia d’oro al valor civile.
E’ forse così che muore un italiano, un eroe scomodo?
Noi non lo sappiamo, forse mai vorremmo saperlo, ma siamo qui a ricordarlo.