Mauro ROSTAGNO

fonte: https://www.antimafiaduemila.com

Mauro Rostagno, giornalista e sociologo trapanese, nacque in Piemonte nel 1942 e visse a Torino insieme ai suoi genitori che lavoravano come dipendenti operai nella Fiat. Per  crescere e approfondire le sue conoscenze si trasferì prima in Germania, poi nel Regno Unito, dove si adattò a svolgere i mestieri più umili. Tornato in Italia, si stabilì a Milano dove conseguì la licenza liceale con il proposito di fare il giornalista. Poi emigrò in Francia, vivendo a Parigi per poco tempo. Venne infatti fermato dalla polizia durante una manifestazione giovanile e successivamente fu espulso.

Era un uomo libero, lo confermano le diverse inchieste sulla mafia che mandò in onda su un programma televisivo trapanese chiamato RTC (Radio Tele Cine). Mauro Rostagno alla guida delle studentesche del Sessantotto non si tirava mai indietro quando bisognava parlare di mafia o boss mafiosi, Cosa Nostra, politiche locali o fatti scomodi. Lo dimostra quanto fece nella facoltà di Sociologia dell’Università di Trento, divenendo ben presto uno dei leader dei del Sessantotto italiano e fondò il movimento politico Lotta Continua .

Nel 1970 conseguì la laurea con  il massimo dei voti e la lode.

Seguì tutte le udienze del primo processo per il delitto Lipari, quello che vedeva imputato Mariano Agate, capo mafia di Mazara, assieme a boss catanesi. Fu durante una pausa di una udienza di questo dibattimento che Agate mandò a dire, da dentro la gabbia, che Rostagno «doveva dire meno minchiate» sul suo conto e forse questo era un segnale. Difatti, il 26 settembre 1988 fu assassinato in un agguato  all’interno della sua auto, una Fiat Duna DS bianca, da alcuni uomini nascosti ai margini della strada. Al suo fianco una sua conoscente (che si salverà divenendo l’unica testimone del delitto). I sicari mafiosi gli spararono con un fucile a pompa calibro 12, che scoppiò in mano ad uno degli assassini, e una pistola calibro 38. Tanti i depistaggi e le omissioni dal 1988 al 2014, pochissime le indagini con richieste di archiviazioni della sentenza. La pista mafiosa fu la più seguita, ma solo nel 1996 le indagini furono riprese e  portarono alla scarcerazione degli indagati.

A novembre 2020, a 32 anni dalla morte, la Cassazione confermò l’ergastolo per il boss Vincenzo Virga, capomafia locale e braccio destro dell’ormai noto Matteo Messina Denaro. Va ricordato che al funerale di Rostagno parteciparono tantissime persone che continuavano a gridare: “Mauro è vivo, la mafia non uccide!”